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giovedì 21 maggio 2015

Sapone al latte di cocco#seconda versione +procedimento

Subito dopo aver fatto il sapone al latte di cocco di cui avevo parlato in questo post, ne avevo preparato un altro nel quale avevo aggiunto l'olio di cocco che non avevo mai utilizzato in combinazione con quello di arachidi - tutti e due producono schiuma - e così ho voluto sperimentare. In questa seconda versione, come si noterà anche dalla foto, ho inserito, in fase di nastro, dell'olio aromatizzato alla vaniglia con pezzetti della stessa (non l'avevo mai filtrato ma lasciato macerare per mesi e mesi).



Nel primo avevo aggiunto della fragranza alla vaniglia, e, seguendo la dritta di Flavia che nel suo blog spiega che la mette al microonde per far evaporare l'alcol - il quale fa ammassare il sapone - l'avevo scaldata in precedenza a bagnomaria (comunque ho potuto constatare che l'alcol non era evaporato del tutto poiché, dopo averne inserita un po', il sapone ha subito raggiunto il nastro). 
Il secondo pensavo di profumarlo solo con l'olio alla vaniglia ma, visto che  la fragranza alla vaniglia non era così forte come credevo e me ne era avanzata mezza boccetta, ne ho aggiunto qualche goccia che mi ha anche aiutata a raggiungere il nastro.
Vorrei ricordare che questo tipo di sapone non è adatto come primo sapone in quanto il latte va fatto congelare e si lavora con "acqua ridotta", quindi bisogna fare prima un minimo di esperienza e conoscere bene le regole di sicurezza per maneggiare la soda caustica.
Entrambi i saponi hanno una base di mezzo chilo di oli con il quale si ottengono circa 700 grammi di sapone.

Sapone al latte di cocco 1

  • 400 gr. olio extravergine di oliva
  • 100 gr. olio di arachidi

  • 100 gr. latte di cocco congelato
  • 64 gr. soda caustica (sconto del 5%)
  • 5 gr. sale fino

Al nastro:
  • 50 gr. latte di cocco fresco di frigo
  • 1 cucchiaino e mezzo di polpa secca di cocco
  • mezza boccetta da 15 ml di fragranza alla vaniglia

Sapone al latte di cocco 2

  • 250 gr. olio extravergine di oliva
  • 100 gr. olio di cocco
  • 90 gr. olio di arachidi
  • 60 gr. olio di riso aromatizzato alla vaniglia (da aggiungere al nastro)

  • 100 gr. latte di cocco congelato
  • 67 gr. soda caustica (scontata del 6%)
  • 5 gr. sale fino

Al nastro
  • i 60 gr. di olio di riso
  • 50 gr. latte di cocco fresco di frigo
  • 1 cucchiaino di farina di riso
  • qualche goccia di fragranza alla vaniglia (per avere un sapone naturale al 100% sostituirla con olio essenziale di vaniglia, circa mezza boccetta)

Procedimento

E' lo stesso per entrambi.
Togliere dal freezer i 100 grammi di latte di cocco e poi preparare il tavolo da lavoro, gli stampi e tutti gli altri ingredienti. Pesare gli oli direttamente nella pentola in cui si farà il sapone poiché andranno scaldati (metodo a freddo). Nel contenitore in cui si usa fare la soluzione caustica mettere il latte congelato e, con l'aiuto di una paletta o cucchiaio, spezzettarlo a granita. Versare la soda un poco per volta e cercare di incorporarla ai pezzi di latte che si scioglieranno con lentezza. Attenzione che non appena inizieranno a sciogliersi si sprigioneranno anche i vapori caustici. Aggiungere il sale. La soluzione risulterà più grumosa perché il latte di cocco è molto grasso e la soda comincia subito la sua opera di saponificazione, quindi mescolare bene e con attenzione in modo che non restino residui di soda sul fondo e sui lati del contenitore. Una volta sciolta, scaldare gli oli portandoli a 45° (io non ho mai usato il termometro per fare il sapone, mi regolo sempre ad occhio e sentendo la temperatura della pentola appoggiandoci le mani). Raggiunta la temperatura, spegnere il fuoco ed unire la soluzione caustica negli oli (a mio rischio e pericolo, ho sempre fatto il contrario, cioè unito gli oli alla soluzione caustica, e non ho mai avuto problemi...). Iniziare a girare e frullare alternativamente. Se si usa la fragranza, conviene versarne un po' prima del nastro, in modo da vedere se il sapone si addensa oppure no, in questo modo si evita l'ammassamento. Nel caso del primo sapone, aggiungere la polpa di cocco e frullare in modo che si frantumi un poco, nel caso del secondo, versare l'olio di riso e poi la farina. Versare i 50 grammi di latte di cocco alla fine. Una volta messo nello o negli stampi, non coprirlo troppo perché i saponi con il latte o altri ingredienti zuccherini tendono a surriscaldarsi (io ho usato solo un vecchio asciugamano per il primo, mentre il secondo non l'ho coperto affatto, ovviamente va tenuto in una stanza non frequentata e con la finestra chiusa). Già dopo 24 ore sarà pronto, però consiglio di sformarlo dopo due giorni perché risulta più morbido degli altri. Prima di toglierlo dagli stampi può anche essere tenuto in freezer per 10 massimo 15 minuti.


lunedì 11 maggio 2015

Festival Danza Sacra in Cerchio 2015 (e lavoretti all'uncinetto)

In vista del 5° Festival Italiano Danza Sacra in Cerchio, che si terrà in Toscana a fine mese, sto ultimando alcuni lavoretti all'uncinetto che, assieme a tanti altri bei prodotti fatti a mano, saranno in vendita durante lo svolgimento del festival stesso.
Ecco qui la locandina:


E' un po' piccola e forse poco leggibile, quindi, per maggiori informazioni, vi rimando al sito ufficiale: cliccate qui.

Ebbene, ho preparato alcuni set di sottobicchieri in cotone:


a forma di sole, a spirale di diverse dimensioni e, infine, a forma di fiore (un modello vintage che si vede molto spesso in rete ma senza  lo schema).
Ho realizzato, sempre in cotone, dei dischetti esfolianti - gli scrubbies - che saranno venduti con una saponetta profumata (di quelle che faccio io).



Ed in corso di lavorazione ci sono anche i profuma biancheria, segnalibri all'uncinetto... e forse qualche altra cosina!

giovedì 30 aprile 2015

Sapone al latte di cocco




L'altro ieri ho fatto queste saponette al latte di cocco seguendo lo stesso procedimento per quelle al latte di avena, dato che mi sembrano venute bene...anche se, per testarle, dovranno trascorrere due mesi. 
Per fare il sapone al latte - con il metodo a freddo - bisogna usare un procedimento un po' diverso visto che il latte, che sia di origine animale o vegetale, contiene zuccheri che surriscaldano il sapone stesso. Quindi, di solito si fa la soluzione caustica con il latte congelato, e non a temperatura ambiente, proprio per non surriscaldarlo eccessivamente. In passato ho usato un metodo con il quale ho ottenuto un sapone con i pezzi di latte congelati (!), in seguito ne ho provato un altro ancora con cui è venuto bene, ma stavolta ho voluto sperimentare (altrimenti, che gusto c'è?!)... Allora, su mezzo chilo di oli, ho sciolto la soda caustica in 100 grammi di latte di cocco congelato, mentre i restanti 50 grammi li ho aggiunti al nastro. Nel gruppo sul sapone al quale sono iscritta, ricordo che un saponiere di professione aggiungeva il latte al nastro, e così ho voluto provare anch'io che non sono una saponiera di professione né laureata in chimica! Probabilmente, in questo modo risulta solo poco più morbido degli altri e, anche se sarebbe pronto da sformare dopo 24 ore, è meglio attendere due giorni. Così ho fatto io e, stavolta, il timbro è anche venuto meglio. :)

martedì 21 aprile 2015

Nuovo sapone e nuovi esperimenti...

Ieri, dopo oltre una stagione, mi sono dedicata alla saponificazione. Ho voluto fare un sapone che avevo in mente già da tempo, quella all'avena, che è molto nutriente ma è anche sebonormalizzante, quindi si adatta a più tipi di pelle. Ho voluto fare anche un piccolo esperimento nel modo di farlo e poi ho provato, per la prima volta, a timbrare il sapone. Purtroppo il risultato non è entusiasmante, probabilmente perché il sapone era ancora troppo morbido, avendo usato sia latte che crema di avena. 


Siccome mi era avanzata una discreta quantità di crema di avena, ho deciso di riutilizzarla aggiungendola ad un sapone rilavorato... così ho fatto delle altre saponette! Anche qui ho fatto un altro esperimento: con molta gioia, di recente ho scoperto un altro blog italiano sul sapone fatto in casa in cui ho letto un post su come rilavorare il sapone, che potete leggere cliccando qui.
Lei usa un metodo diverso dal mio, quindi mi ha incuriosito e l'ho voluto provare, anche se avevo già messo il sapone grattugiato a sciogliere a bagnomaria e la quantità era maggiore rispetto alle sue dosi. Nel dettaglio, ho grattugiato 180 grammi di sapone (fatto da me, ovviamente!) e li ho messi in un pentolino con coperchio a cuocere a bagnomaria. Quando il sapone ha iniziato ad ammorbidirsi  ho aggiunto 30 grammi di latte di avena biologico acquistato al supermercato. Tenendo sempre d'occhio il sapone e l'acqua del bagnomaria, ho proseguito la cottura con coperchio e girandolo ogni tanto. Quando necessario ho aggiunto altri 60 grammi di latte d'avena. Nel frattempo ho spremuto il succo di mezzo limone e, quando il sapone si presentava ancora grumoso, l'ho versato sul sapone girandolo bene. A questo punto non è trascorso molto tempo da che si sciogliessero i grumi, quindi ho spento il fuoco. Lasciando il sapone nel bagnomaria ho aggiunto un cucchiaino raso da caffè di miele, la crema d'avena avanzata (l'avevo preparata cuocendo una manciata di fiocchi d'avena decorticati con un po' d'acqua demineralizzata per circa 10 minuti e, una volta freddi, passati al minipimer) e la punta di un cucchiaino di curcuma. Ho girato bene per amalgamare le nuove addizioni e versato subito negli stampini. Come per l'altro sapone, ho sformato le saponette dopo 24 ore, e questo è il risultato:


Il sapone vero e proprio dovrà stagionare due mesi, mentre  le saponette rilavorate si potranno utilizzare fra una settimana.

sabato 11 aprile 2015

Cenere-lisciva-sapone

Come si sa, la cenere veniva usata, un tempo, come sapone, cospargendola direttamente sul bucato. Poi la si faceva cuocere con l'acqua, ottenendo la cosiddetta lisciva, o liscivia.
Ai tempi, non ero ancora nata, e non sono nemmeno una studiosa di usi e costumi... quindi, non ho la minima intenzione di tenere una dissertazione sull'argomento... sono solamente una che sperimenta e tentavo di introdurre il soggetto.
Cenere-lisciva-sapone.
Ho già sperimentato la lisciva come detergente per la casa e spesso la aggiungo al bucato (molto sporco), versandola nella vaschetta con il (mio) sapone. Premetto che la cenere impiegata per la preparazione della lisciva dev'essere esclusivamente di legna. Come si fa? Va setacciata indossando una mascherina antipolvere, messa dentro una capiente pentola e poi si versa, piano, piano, l'acqua. Il rapporto fra cenere ed acqua, normalmente, è di uno a cinque - quindi una tazza di cenere e cinque tazze d'acqua - ma se la si vuol fare ancora più forte, allora si diminuirà l'acqua. Eccola qui dopo aver versato l'acqua:


All'inizio si accenderà il gas al massimo, poi, appena inizia a bollire, si coprirà parzialmente la pentola con un coperchio, abbassando la fiamma in modo da farla sobbollire dolcemente per circa due ore - anche qui, se si è deciso di farla molto forte, bisognerà farla cuocere per più tempo.
La foto qui sotto è stata scattata mentre cominciava a bollire.


Una volta spento il fuoco, bisognerà trasferire la pentola su di un piano poco frequentato della casa affinché la cenere si depositi sul fondo. Il giorno seguente, facendo attenzione, si vedrà la lisciva separata dalla cenere. Ma a noi, in questo post, quello che ci interessa non è la lisciva, ovvero il liquido semitrasparente (a me rimane sempre un po' giallino, credo dipenda dal tipo di legno utilizzato), ma quello che rimane sotto, noto come pasta di cenere. Eccola qui, fresca, fresca:


La pasta di cenere è fantastica, è molto meno forte rispetto alla lisciva, ma può essere utilizzata per lavare i piatti, per esempio, ma anche per sgrassare il forno e per fare altre pulizie "grosse". Chi fa il sapone in casa la mette anche nel sapone da bucato (quello senza lo sconto soda), in modo da potenziarlo, ed io la uso anche nel sapone per il corpo. Avendo la pelle del viso grassa, ho scoperto essere questo il miglior sapone! Lo utilizzo soprattutto nel periodo caldo, mi lascia la pelle pulitissima con i pori del naso liberi. Inoltre, la cenere svolge anche un leggero effetto esfoliante.


Ovviamente, durante l'afa estivo non c'è niente di meglio che farsi la doccia con questo mitico sapone!

giovedì 12 marzo 2015

Sul sapone

Eccoci qui con il primo post in cui vorrei parlare del fare i saponi. In italiano non ci sono tanti blog che ne parlano - alla fine del post, comunque, metterò qualche link. In un forum di cosmetica ne parlano addirittura male, ho letto di gente che si è lavata i capelli con la saponetta Dove e che poi si è ritrovata con un cespuglio in testa, di altri che ricordano le donne di un tempo, che si lavavano i capelli con il sapone e che poi portavano sempre la crocchia in testa, dissertazioni sul ph del sapone che non coincide con quello della nostra pelle... con la conclusione finale che il sapone non è adatto a lavarsi (il che, sinceramente, fa proprio ridere)! Dico io che prima di tutto, in qualsiasi ambito, usiamo il cervello: assicuriamoci che la sua spina sia collegata alla Centrale Elettrica prima di aprire la bocca e darle fiato! Che risultati pretendiamo se ci laviamo i capelli con il Dove? A me seccava anche solamente la pelle delle mani, figuriamoci i capelli. Certamente li fa diventare di paglia, e qui entra in gioco anche il ph del sapone che sì, è alto (si aggira sul 9-10, personalmente non ho mai misurato il ph delle mie saponette... non sono una ph-dipendente!), ed apre le squame del capello, per questo quando si lavano i capelli con il sapone è obbligatorio finire con uno sciacquo acido - che sia succo di limone, acido citrico o aceto. Prima di formulare un sapone-shampoo per la propria criniera, però, è bene iniziare da qualcosa di più semplice, come il classico sapone fatto interamente d'olio d'oliva, il classico "primo sapone" per iniziare l'avventura del sapone fatto in casa. Il sapone all'olio d'oliva è stato anche il mio primo sapone. 
Perché e come ho iniziato? Per semplice curiosità e cercando dei  video-tutorial su youtube per vedere l'intero processo, visto che non avevo la più pallida idea di come si facesse. Trovai due video che davano la stessa quantità di olio, soda caustica ed acqua, quindi immaginai che fossero giusti, e poi scelsi di seguire questo dove una simpatica ragazza illustra molto bene come maneggiare in sicurezza la soda caustica.
E qui arriviamo al primo errore che è facile commettere: usare un litro di olio invece che pesare un chilo di olio. Volume e peso sono diversi, fare attenzione a pesare in grammi e non in millilitri!Un ulteriore punto dove prestare la massima attenzione è quando si fa la soluzione caustica, cioè quando si scioglie la soda caustica nell'acqua. Versare sempre la soda nell'acqua e mai il contrario. Versarla a poco a poco cercando di farla sciogliere il più possibile prima di aggiungerne dell'altra. Qui si sprigionano i vapori pericolosi e l'unico modo per non respirarli sarebbe indossare una maschera anti-gas. Difficilmente qualcuno l'avrà a disposizione e quindi indosseremo una mascherina anti-polvere o una sciarpona attorno alla bocca. Bisognerà girare la testa di circa 90 gradi per evitare la respirazione dei vapori (ovviamente, fate il sapone in una stanza con la finestra aperta), ma allo stesso tempo bisognerà controllare lo scioglimento della soda. Se non si sarà sciolta bene ce ne accorgeremo quando, ahimè, sarà troppo tardi, ovvero dopo aver unito la soluzione all'olio. Mentre si gira o frulla, si sentiranno dei pezzi duri attorno al bordo del recipiente. Quando mi è successo non sono riuscita a rimediare in nessun modo! Poi, una volta stagionato il sapone, saranno visibili dei puntini bianchi in superficie, segno della non perfetta soluzione caustica. Se vi capita, tuttavia, non preoccupatevi eccessivamente: a parte il lato estetico, di avere un sapone con la varicella, esso sarà sempre utilizzabile, a patto che sia ben stagionato. Per la stagionatura di qualsiasi sapone sono raccomandabili due mesi, magari a questo date un mese in più per riprendersi. Può darsi che faccia un po' di bava - tanto per prendervi in giro - quando lo userete, o che si sciolga più velocemente: questo avviene perché, non essendosi sciolta bene la soda caustica, è rimasto libero un po' di olio in più. Ma non fa niente, non sarà aggressivo sulla vostra pelle.Il sapone di solo olio d'oliva fatica a raggiungere la fase del nastro - può volerci una mezz'ora o anche più - quindi armarsi di santa pazienza ed attenzione a non fondere il motore del frullatore ad immersione! Bisogna sempre alternare il frullare al movimento manuale (qui sconsiglio di usare una paletta di legno perché viene letteralmente mangiata dalla soda e dopo un paio di saponate è da buttare; meglio la plastica. Consiglio di riciclare, se li avete, utensili in plastica per fare il sapone, trovo che sia il materiale più resistente alla soda caustica.) con una paletta. Una volta versato nello stampo, bisognerà scuoterlo un pochino per evitare la formazione di bolle d'aria, e questo è un altro punto su cui fare attenzione. Personalmente e nella mia umile esperienza, ho notato che più lo scuoto e più si formano le bolle, quindi consiglio movimenti brevi e delicati. Un'altra cosa che evita le bolle d'aria, ma solo quelle in superficie, è l'utilizzo della carta da forno piuttosto che della pellicola, per ricoprirlo prima di metterlo al caldo sotto le coperte vecchie.Infine, ricordo ancora i tempi di stagionatura, mi raccomando soprattutto per il sapone di solo olio d'oliva, che sono di due mesi.Riguardo al sapone, ci sarebbero tante altre cose da dire, ma per ora mi fermo qui, lasciandovi, però, prima dei link, e nella speranza di non aver annoiato nessuno. :)

Questo blog lo adoro, i suoi saponi sono molto creativi e cliccando sulla scritta andrete direttamente nella sezione "saponi". Peccato che l'autrice sia assente da un bel po'...

Loro sono davvero dei magici alchimisti: guardate un po' che vi combinano nel loro calderone!

E questo è anche da vedere, fantastico, peccato non ci fosse quando ho fatto io li primo sapone!


Alla prossima.